Rouge

Martha Nieuwenhuijs – Nel silenzio profondo cadde una foglia (2012)

 

Il Rosso godeva di buona salute,
nonostante la coda doppia
è vissuto per anni nell’acquario, quieto
nemeno conosceva il suo sesso
con la quotidiana cura, cibo, tepore dell’acqua
senza corrente contro,
manco s’era accorto del mondo.

Per troppa trasparenza del vetro
mai s’era visto riflesso
guardava il mio occhio
traverso le aberrazioni della boccia
e non avendo simili attorno
non dubitava della normalità
delle sue due code
e del mio bulbo gigante.

Finchè venne quel malaugurato giorno
ai tempi del carnevale
che il mio occhio fuori misura fece centro
e Petite e Demoiselle, anche loro rossi e guizzanti
passarono di acqua in acqua
da due sfere piccole alla boccia grande.

Loro saettavano veloci, Rouge girellava
goffo, a colpi di anche.
Chi sono quei fulmini monocaudati,
così affusolati e snelli, capaci di balzi
anche fuori dell’anello dell’acqua?
Di sicuro il merito è dell’appendice flessuosa
la movenza perfetta
di quell’unica coda danzante.
A Rouge fu chiara subito la sovrabbondanza,
l’impiccio del suo doppio
e quanto arduo il salto nel cerchio di luce
dove il vetro non separa dal mondo.

Spalancò le branchie,
anche il suo respiro si fece rosso sgargiante
inarcò la lisca, mulinò le pinne,
con uno scatto sicrono le due code di fuoco
lo scagliarono verso l’alto.
Fu come un parto il passaggio dall’acqua all’aria,
un proiettile fuori dalla boccia.
Esaurito lo slancio cadde,
senza sostanza la forma dell’aria,
a metà del tuffo incontrò la dimensione vera dei miei occhi,
la delusione sua e mia durarono un attimo,
spanciò e morì in un rosa pallido
con due rimbalzi di coda flaccida
sul marmo.

_______________________________________________
Franco A. Canavesio – Rouge – 7 marzo 2018

A caratteri rossi

L’hai detto
a modo tuo l’hai fatto
per mostrare che sei tutta d’ un pezzo
che sia chiara la regola fissa
indipendenza innanzi tutto
anche con le reni rotte
e il fantasma di tua madre che ride
nel fotoritratto.

Da sola ti sei fatta un figlio
un’ora di letto
col barbiere che c’è rimasto di stucco
a sentirti dire
che essere madre è un diritto
a prescindere dal rapporto di coppia
che il pezzo forte è la madre
e il padre, in fondo è uno schizzo.

L’hai marchiato sul seno sinistro
il motto, a caratteri rossi
nero su bianco anche agli occhi di tuo figlio
fin dal primo fiato la battaglia per la quota latte
una guerra col capezzolo
a morsi conquistarsi il diritto.

__________________________________________
Franco. A. Canavesio – A caratteri rossi – marzo 2018

La serrò tra le braccia, il blu

Martha Niieuwenhuijs - Idillio lunare (2014)

Martha Niieuwenhuijs – Idillio lunare (2014)

La serrò tra le braccia, il blu
e l’amò nel giardino della settima vita
ancora su, per le scale
sul pianerottolo tra i quinto e il sesto
alla luce delle finestre
una volta ancora
oltre la porta dell’ultimo piano

Salì al terrazzo portandola a braccia
la luna, più in alto
capogiro d’amore
e lo stupore del volo, un fiato di stelle
dispari
il brillio dell’orsa maggiore

l’amò, fino a vederla svanire
nel bianco colore.

________________________________________________________________________
Franco A. Canavesio – La serrò tra le braccia, il blu – 17 novembre 2014
Martha Niieuwenhuijs – Idillio lunare (2014)

Blu (non a caso piovuto dal cielo)

Jan van Eyck  - L'Annunciazione -  particolare delle mani di Maria

Jan van Eyck – L’Annunciazione – particolare delle mani di Maria

Il blu è la piega
raccolta sul ventre
che accoglie l’annuncio
non a caso piovuto dal cielo
rimbocca velluti
apre le mani, stupore
a scudo richiude il mantello
per improvviso timore

Blu di madonna
di giovane notte, in attesa di stelle
Blu, il fiato del cielo
fiume di vita che monta, ribolle

Occhi, forse di blu
di bimba già donna
senza graffio di sangue terreno
ricolma d’amore
di sacro, nobile blu
al solo pensiero
di ali di luce

non a caso piovute dal cielo.
_________________________________________________________________________
Franco A. Canavesio – Blu (non a caso piovuto dal cielo) – 15 Novembre 2014
Jan van Eyck (1390-1441 Flemish) – The Annunciation – Mary’s Hand

Storie di normale follia

Mino Maccari - Arlecchino

Mino Maccari – Arlecchino

(I)

La spinta del fuori preme
nel sangue s’impenna
al marmo travasa rossori
straccia le vesti
marchia vermiglie le porte
non gira maniglie
scardina infissi
schizza di vita le stanze
pareti dolenti di bianco
piastrelle di bagni in comune
il bordo del letto di ferro
non passa stasera il carrello
all’angelo suora han strappato il cappello
parole di scherno
losanghe a colori
un fiotto del sangue fresco
di fuori

_________________________________________________________________________
Franco A. Canavesio – Storie di normale follia (I)
Dipinto: Mino Maccari – Arlecchino
_________________________________________________________________________

Pastiglie Leone

(II)

Ci provo
a girarmi a testa all’ingiù
nel verso che piace ai malati di mente
loro
che osano, senza fatica, cose impossibili
e non sanno perchè

Avevo una parente lontana
vibrante di elettroshock
bella da fare impazzire, uomini e donne
anche le suore

Quel che toccava
si faceva di foggia strana
taglio sghembo il ricamo
anche la polenta nel tagliere
girata con arte
in forma di membro gigante

Il marito
lui pazzo
allevato nel sogno fascista
sano per l’asl
parlava di unghie strappate all’hotel nazionale
trofei
da tenere in scatolette di latta

come le pastiglie leone
ne mordeva una, ogni tanto.

______________________________________________________________________
Franco A. Canavesio – Storie di normale follia (II) – 30 dicembre 2013
______________________________________________________________________

Bianco in terrazza

(III)

Dell’aria di fuori, voglia di nastri
di vento
terrazze
pioggia di raggi
fili tirati tra i coppi
suoni di lini, fruscianti
lenzuoli- fazzoletti, volanti
e il bianco.
Non servono nuvole in tutto quel bianco

Pelle di monaca
bianca anche quella
sfinita
per mancanza di sangue
il timore avvolto tra i panni
trema allo scoppio di vita da dentro
al tumulto che spacca la porta
sale le scale
alla luce
in urla s’affaccia
prende le braccia
stretto
ai fianchi s’allaccia

Madre, è finita, stia calma
il folle l’abbiamo fermato
mentre scappava sui tetti
voleva soltanto la luce
muovere un passo
di danza

c’è sole qui in alto
c’e vita
c’è chiaro

c’è bianco.

________________________________________________________________________
Franco A. Canavesio – Bianco (storie di normale follia) – 22 aprile 2014

Con l’ultimo tuo fiato, il gloria

Corto-Maltese-1024x858

Pareva avessi chiuso gli occhi
nella navicella delle reliquie
come le vergini sante
invece lo cerchi il tuo capitano
col culo sodo e tondo
la giubba blu, a segnare i fianchi
non stacchi gli occhi
che si fanno mani
e bocca e lingua
all’incrocio delle gambe
ben salde sul timone
ti attira la barra a dritta
che del tuo mare calmo farà tempesta.

Che fai, indugi?
la voglia è gorgo, è mal di mare
non c’è il sopra e il sotto
senza gravità nel gorgo
respira lungo, dai
piega il dorso
cerca sui suoi fianchi i segni
verdi, di alghe e muscoli, in movimento
stantuffi di quella bestia-macchina a vapore
bastimento
che ti travolge nero
di carbone ardente.

Ti volta, e ti rivolta
il vento sul mare, urla
il sesso si fa montando l’onda
senza imbarazzo
col corpo che sussulta
e sbatte a dritta e a manca i sensi
quello di colpa
strozzato in gola, schiaccialo al fondo
affoga di piacere il mea culpa

gorgoglia
con l’ultimo tuo fiato
il gloria.

_________________________________________________________________________
Franco A. Canavesio – Con l’ultimo tuo fiato, il gloria. – 25 novembre 2014

Novembre

Tramonto a novembre

Anche se suona come il nome
di un maschio severo
ti chiamerò novembre
mia bella femmina dalle trecce nere
accenderò d’arancio le nuvole dello scialle
stretto d’ombra sui tuoi fianchi
il taglio della bocca, vermiglio
con la lacca rossa, d’oriente
e scuro muoverò il brillare delle tue ciglia
da nord a sud
come in controluce un volo d’uccelli

ti coprirò femmina bella col velo del mattino
il giallo che cade a foglie
sui pettini di verde
la sera ti metterò nuda, novembre
coi seni bianchi poggiati ai monti
saranno brividi, novembre
sono freddi e aguzzi i monti
coi denti di ghiaccio, di lupo bambino
e mi stenderò su di te
come un tramonto
fuoco di legna ardente
e bruceremo insieme
voleremo su col fumo
per la canna nera del camino.

________________________________________________________________________
Franco A. Canavesio – Novembre – 24 novembre 2014

Trotterellando

Trotterellando

Trotterellando
col passo che è adatto a novembre
sullo smeraldo basso
d’autunno
tra gli occhi il taglio di sole
di san martino a cavallo

come cane
salti di fossi, a piccolo balzo
sgonfiati dell’acqua
che cerca a serpente la via tra i campi
e s’allarga di luce
al riflesso di chiazze d’azzurro
sulle barbe dritte
di verde
nel grano nascente

le nebbie, domani
forse già brine tremanti
e il velo di ghiaccio
del gelo
primo canto al mattino
il suo cric
sotto incredule scarpe.

_________________________________________________________________________
Franco A. Canavesio – Trotterellando – 15 novembre 2014

Blu deciso

Fortunato Depero - Panciotto blu

Fortunato Depero – Panciotto blu

Il blu è blu
deciso
come il blu del mare fondo
e il blu del fiordaliso.

Ci ho provato a volare
sul cielo di cobalto
di rondine uno strido
col segno a vu
gesso azzurro su lavagna
e il fiocco
blu sul nero
stretto al collo
senza un grido.

E’ schizzato ora
il blu
fuori a razzo
come inchiostro
bim bum bam dei futuristi
blu a macchie
dalla stelle
sul quaderno, verso nero
le parole
scritte a suoni
blu su bianco
schiette
nette
come il tratto di Depero.

_________________________________________________________________________
Franco A. Canavesio – Blu deciso – 12 novembre 2014
Fortunato Depero – Panciotto blu

Un ricciolo nero

Pablo Picasso - Ritratto di Dora Maar - 1937

Pablo Picasso – Ritratto di Dora Maar – 1937

 

Dai, libera il viso
non esporre la mano in bella mostra
evita l’alterco tra smeraldo e ametista
greve all’anulare destro
ancora lucente nell’occhiaia
malcelata dal trucco egizio
sei bella lo stesso
nella tua posa da ritratto.

Con la luce di taglio una pupilla si è persa
nell’ultimo strappo di retina
l’altra, viva, nell’ombra 
indaga la mossa delle mie dita
mentre ti scosto un ricciolo nero.

_________________________________________________________________________

Franco. A. Canavesio – Un ricciolo nero – 19 novembre 2013
Pablo Picasso – Ritratto di Dora Maar – 1937