Precauzioni

Joan Miró i Ferrà - Cavallo, pipa e fiore rosso - 1920

Joan Miró i Ferrà – Cavallo, pipa e fiore rosso – 1920

Di santi beati
e madonne in formato da tasca
ho pieni i cassetti
le cornici dei quadri e in formato gieipeg
anche il ripostiglio virtuale

la più strana è una santa
tutta nostrana
che fa da segnalibro tra i versi
di un potpourri
tra inizio e fine ottocento
cè un numero scritto di dietro
senza prefisso
e un indirizzo
vecchio di due cambi di casa

mai mi dovessi smarrire
salendo da viale Leopardi
traverso l’escalier Rimbaud

per la santa
ci vuole un update

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Franco Antonio Canavesio – Precauzioni – 26 luglio 2013
Joan Miró i Ferrà – Cavallo, pipa e fiore rosso – 1920

Al Redentor

Festa del Redentore - Venezia

Festa del Redentore – Venezia

La xe longa la note del Redentor
da le diese che i goti de bianco se voda a ogni fogo
e anca mi me par de sciopar

no star li sentà come un mona
sbotona ‘e braghe e pissa drito
fora dal bordo
tanto tuti ha la testa par aria
la Madona la speta novembre
a salvarne
su le scainate de la Salute

manco mal
la laguna l’è zà un pissaroto
de ciacole marse
l’istesso


con tutte le incertezze di un “mezzosangue” veneto-piemontese
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F. A. Canavesio – Al Redentor – 21 luglio 2013
La festa del Redentore – Bacino di San Marco – Venezia
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In metro (un regalo da Bucarest)

In metro

Non è di tutti i giorni, lo aspettavo ed è arrivato il regalo da Bucarest, in una busta con l’indirizzo scritto a mano e lo spazio restante tapezzato di francobolli.

L’ho ritirato dal portiere, mentre uscivo e l’ho aperto in metrò. Dal frontespizio mi arriva il saluto di Eliza. Non posso udirlo come detto dalla sua voce, perchè ancora non l’ho incontrata di persona (ci siamo conosciuti su FB), ma la immagino e mi commuove, come il bau del cane alle pagine successive, i francobolli colorati e la dedica su carta fina. Non ci sono più abituato a queste delicatezze, al regalo composto di una parte intima di sè.

Ho iniziato con una carezza al cane, da semplice lettore, o meglio da lettore amico, che ha letto e riletto ed è stato anche tentato di alzarsi in piedi in metropolitana e leggere ad alta voce, per tutti.

Meritava farlo, ma non ho osato. Mi è stato più consono scrivere due righe di ringraziamento, a modo mio.

In metro
la ragazza tatuata
sul sedile di fronte
ama le bestie in libertà

io sono preso al guinzaglio
dal verso del cane borghese
mi lecca la mano a ogni foglio
accucciato sulle ginocchia

vorrei alzarmi su quattro zampe
ad altezza di cane
e con voce schietta di cane
fare il verso
davanti alla telecamera di sorveglianza

dalla cabina
mi guarderebbero come uno che chiede l’elemosina

al controllo
si stupirebbero che non ho il chip sottopelle

temo dovrò pagare una tassa

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Franco Antonio Canavesio – In metro (a Eliza) – 23 luglio 2013

Ogni estate (a Spotorno)

Ogni estate, a Spotorno

Veniva col filo del ragno
ogni estate
all’incontro di calce dei muri
e il geco
la testa all’ ingiù

l’azzurro di un mese
la persiana bloccata della unica stanza
con affaccio sull’orto
cappelli di sale le suore in ginocchio
a raccogliere fiori di zucca
di primo mattino

la corazza di Bettina cresceva ogni anno
di erba e insalata
e del salso dell’aria del mare
Moretto giocava col muso
e la lingua
a girarla gambe all’insù

pulizie a fine stagione
anche negli angoli alti
ci sarebbe voluto un po’ d’olio
e magari
cambiare la corda

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Franco Antonio Canavesio – Ogni estate, a Spotorno – 22 luglio 2013

Va a saltelli

Sul bordo
Va col sole
a saltelli
e su grani di vento il mio amore
di brace
la pianta dei piedi

Della sabbia teme l’ultimo passo
sul confine
lo stato compatto
la lingua di vischio
nell’onda
il liquore muto
del mare

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Franco Antonio Canavesio – Va a saltelli – 18 luglio 2013

Sono nato

Serpente

Ero stufo e sono nato di otto lune
contromano
alla veloce
e nel verso ahimè sbagliato
tanto che anche adesso
che il cranio è ormai pelato
il tuffo con la testa è un disagio
mi sento il baricentro
spostato all’indietro
i piedi vanno avanti
il capo sta a rimorchio
e stenta a comandare
sull’istinto
ancestrale

Nell’infanzia ingarbugliata
la costante del cordone
boa pitone
cobra umano
serpente da peccato originale
che strozza e lascia i segni
tatuaggi nei polmoni
storie ambigue sulla pelle
disegnate a graffi e macchie
con la lingua a due punte
con l’aguzzo del suo dente
instillato
di veleno

Poi la pelle s’è mutata
sforzo vano
da titano
i disegni sono netti
più di prima
con la luce del new age
allo specchio della mente
la pittura del veleno è di un tono adatto ai tempi
di un verdino
eco-chic

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Franco Antonio Canavesio – Sono nato – 15 luglio 2013

Nella bolla

Nella bolla

Disegnata sul mio corpo
ad un palmo dalla pelle
una bolla mi protegge
film sottile trasparente
ricerca nanotech
iper, ultra resistente.

Progettata fatta apposta
per difesa personale
non c’è storia per idranti
o pallottole vaganti
alla faccia di PS
e black block incappucciati
non c’è mazza che resista
manganello che colpisca
prima fila nei cortei
mi avventuro in luoghi oscuri
in mezzo ai più incazzati
a quelli duri e puri.

Se piove me ne impippo
e c’è un filtro che mi passa
cose giuste di piacere
i colori che io adoro
gli odori delicati
e gli idiomi che conosco
Per le lingue biforcute
c’è un’ app originale
traduttore non banale
sovrumana intelligenza
un tantino artificiale
che manipola anche il senso
lo trasforma in consenso
lecca-lecca per l’orecchio.

Sto a mio agio nella bolla
anche in acqua resto a galla
con la pila sole-luna
l’energia non mi manca
posso andare notte e giorno
dietro casa o in capo al mondo.

Ma un rovello m’attanaglia
nel profondo del cervello
mai scoccasse una scintilla
se saltasse una rotella
o per iella, s’accendesse una favilla
c’è una chiave, c’è una porta
per telare dalla bolla?

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Franco Antonio Canavesio – Nella bolla – 12 luglio 2013/16

Ad ogni fiato

Fang Lijun – da “Il precipizio sopra le nuvole”

Da poco il mattino è cosa normale
il risveglio respira nell’occhio del cielo
la stanza scompare,
il corpo spinge a ogni fiato
i muri distanti
ormai al confine del campo stellare.

Col chiaro, i graffi delle cose fatte
e da fare, sfumano in intreccio
leggero, rete per stelle e farfalle,
rinasce il bruco dell’istante iniziale
volo nuovo, vecchio ogni giorno
del poco tempo di un battito d’ali.

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Franco Antonio Canavesio – Ad ogni fiato – 6 luglio 2013
Fang Lijun – da “Il precipizio sopra le nuvole”

Tatan tatan

Dal finestrino

Dal finestrino

Ci parliamo io e quella bionda
senza discorsi senza parole
ci parliamo con occhiate di sponda
nel riflesso del finestrino

tatan tatàn
tatan tatàn

Lo scambio non cambia la direzione
il filo che scende il filo che sale
il verde che corre ferro su ferro
occhio di terra va verso il mare

tatan tatàn
tatan tatàn

tatan tatàn
tatan tatàn

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Franco Antonio Canavesio -Tatan tatàn (verso il mare) – 4 Luglio 2013