Se me lo chiedessi

Torino -  Piazza Castello di notte

Torino – Piazza Castello di notte

Se me lo chiedessi ora
in questa piazza
ti potrei dire che è facile camminare sulle stelle
anche se non sono attrezzato
senza scarpe adatte

più che di cielo e una questione di aria di pietre
di luci dietro ai vetri
e di fanali spenti
e se anche le stelle non le vedo
so che si accenderanno
sulla piazza
e le sento come pavimento
sulle piante dei piedi
come fossi girato
a testa ingiù

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Franco A. Canavesio – Se me lo chiedessi – 14 ottobre 2013, Piazza Castello, ore 19
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Torino -  Piazza Castello di notte

Torino – Piazza Castello di notte

Auguri di Natale

Eugenio Lauraghi - Il larice - Castelli di carte, 1978, Fogola Editore

Eugenio Lauraghi – Il larice – Castelli di carte, 1978, Fogola Editore

A tutti gli amici l’ augurio di vivere con gioia queste Feste Natalizie, insieme ai vostri cari.

Partì dal fondo la spinta
da un’onda che scosse la chiglia
il risuccchio dal basso del tronco
e i nodi si sciolsero in vene
flusso di linfa salata
lo scoppio verde dei rami
la posa di stupiti gabbiani
e una stella stufa di mare
fatta leggera
per impulso d’amore
cedeva alle vele l’invito
dolce
a farsi cullare

ancora un momento e sbocciata in cometa
il tuffo ad oriente
lungo la via che porta al Natale

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Franco A. Canavesio – Natale 2013
Disegno di Eugenio Lauraghi – Castelli di carte, 1978, Fogola Editore

Solstizio d’inverno

Solstizio d'inverno

Sei già lì dietro gli scuri
nuda come l’estate
sul corpo la voglia crescente di luce
fuoristagione il calore
microclima regolato a pannello
nella stanza del tempio del sole

c’è ancora tempo qualche istante per la linea diretta col cielo
e il dardo che infila gli anelli
uno ad uno
al ritorno del navigante di stelle

sei pronta ad aprire ogni poro
una ics tesa
di braccia e di gambe

incrocio di fuoco
nel solstizio d’inverno

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Franco A. Canavesio – Solstizio d’inverno – 19 dicembre 2013

Il disegno

Piccoli spiriti blu -Rebecca Horn - Luci d' artista - Torino, Monte dei Cappuccini

Piccoli spiriti blu -Rebecca Horn – Luci d’ artista – Torino, Monte dei Cappuccini

Se scopri il disegno
nel percorso certo degli astri
e i guizzi di luce seguono
esatti i contorni del cuore e del volto
stupisci

gìà era inciso un solco dai bordi accoglienti
fin dal primo grido alle stelle
nello squarcio di anche
amore di madre
che apre il sentiero

chiara la via
non dico il dettaglio
il nome del fiore sbocciato sul ciglio
e chi lo coglie
se il mattino o la sera

marcata la traccia
cammino di piccoli piedi
minuscoli segni
e il respiro
di mille polmoni.

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Franco A. Canavesio – Il disegno – 16 novembre 2013
Piccoli spiriti blu – Rebecca Horn – Luci d’artista, Torino

Ora basta

orti

Ora basta con il minimo vitale degli orti di città
e l’acqua nelle vasche che va in aria
sempre la stessa
grazie a un motore

ne ho a basta anche dei fiori sfacciati dei cimiteri
sbagliati in ogni stagione
e del pianto
che cola sul marmo il calcio delle ossa

una rivolta la zappa nell’aiuola
zolle
steli
e il plop del tappo

sereno assisto lo zampillo
che muore
sacrificherò anche il pesce rosso nato con due code
insieme ai cespugli di salvia e rosmarino
e i loro odori
imbastarditi di gasolio

via via
lo schermo anti u-vi dal sole
e che inizi il processo di monda
di terra e fanghiglia

Mi rimbomba dentro il basta
sospeso quanto basta
prima del dopo

No no
fuori tempo
troppo presto
l’indizio di un cespo di viole

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Franco A. Canavesio – Ora basta – 11 ottobre 2013

Un respiro

Un respiro

Ha perso il conto del rosso sul blu
un respiro
salendo i mattoni oltre il disco del tempo
più oltre più in alto
nel vuoto del cielo dove rintocca il mezzo e l’intero
in caduta sui tetti
il rimbalzo sul muro
giù a rompicollo traverso le valli lungo le pieghe dei colli

nel piano s’allarga
un respiro
in velo di bruma

eco lontana
ripete
più lento
il percorso

all’indietro
una
due volte
conta e riconta il rosso sul blu
sempre diverso

fino a quando due volte di fila va in pari
la conta

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Franco. A. Canavesio – Un respiro – 1 novembre 2013

Simboli

James Dean

James Dean

Ieri, mentre ero in auto ascoltavo su Radio3 la puntata pomeridiana di Wikiradio . Il 13 dicembre 1950 James Dean apparve per la prima volta in televisione, in uno spot pubblicitario, e questa data è pretesto ad Antonello Catacchio per il racconto della breve vita di James.
Tornato a casa, ho frugato nella scatola delle foto di famiglia per ritrovare uno scatto dove è ritratto mio padre, poco più di ventenne. Quello che fece innamorare mia madre, e che ogni volta mi rimanda all’immagine di James Dean.

Mio padre, a vent'anni

Mio padre, a vent’anni

Poi mi sono tornate in mente due righe scritte qualche tempo fa, dopo avere rivisto Gioventù bruciata e La valle dell’Eden.
E’ l’occasione di mettere tutto insieme.

Si dice
di uno con le mani in tasca
che è un perditempo, uno sfaticato

e parte il film di uno sui vent’anni
le brache larghe e l’aria da ribelle
tra le labbra una nazionale senza filtro
fumata a metà

non viene in mente una donna

avevano troppe cose da fare
e poi
usava ancora portare la gonna
stretta sui fianchi
nella celluloide dei primi anni cinquanta.

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Franco. A. Canavesio – Simboli (anni cinquanta) – 16 Ottobre 2013

East of Eden (La valle dell’Eden) – Julie Harris & James Dean – 1955
Rebel Without a Cause (Gioventù bruciata) – Natalie Wood & James Dean- 1955
Giant (Il gigante) – Elizabeth Taylor & James Dean – 1956
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Non parlarmi di ombre

ombre-di-lughia

Anche se è tempo
non parlarmi di ombre
di segni luttuosi lucidati a cera
oggi nego la cura a scadenza annuale
il restauro del ricordo
l’intarsio di legno di rosa
su ebano nero

mi perdo piuttosto all’idea del tuo sguardo
cilestro che sfuma in altri colori
a occidente di un ricciolo biondo
incontro il vento rotondo
d’oriente
onda di bronzo
una campana tibetana
vibra e giunge per fili distanti
fin nella polpa
più densa e rossa
del cuore

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Franco. A. Canavesio – Non parlarmi di ombre – 30 ottobre 2013

Storie di Langa

Pinot Gallizio - La Gibigianna, quadro I - GAM Torino

Pinot Gallizio – La Gibigianna, quadro I – GAM Torino

Col freddo di fuori e una gobba di luna
dopo il terzo bicchiere
mi bevo le storie del bianco e del nero
rido alla balla del cucciolo nano
di lupo mannaro
tenuto a catena
e il crocchiare dei denti da latte
che il plenilunio fa sulle ossa
come quando mordi un grissino

teneri i ciuffi lasciati per terra
la muta del pelo
e il gusto feroce di bestia
che andava a braccetto coi vizi
della masca
nei giorni di luna

la donna selvatica della collina
una volta ogni mese
agguantava un frutto di vigna
maschio sapore
brunoriccio il pelo
la pelle di latteo candore
a mescolare le voglie di uomo donna e animale

spento il fanale tutto tornava normale
vello d’agnello
pelle di pesca la gota
sulla mano
i fori dei denti

scavato col fuoco
sul collo
il bacio continua a bruciare.

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Franco. A. Canavesio – Storie di Langa – 12 ottobre 2013
Pinot Gallizio – La Gibigianna, quadro I – 1960 – GAM Torino
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