In barca

In cima all'albero

In cima all’albero

Vedrai
stacco netto
solo costume e maglietta
sole, vento, acqua
di sera birra e prosecco

Deciso
partiti in quattro
nessuna storia in comune
a parte la voglia gagliarda
di due settimane di mare

il primo
un crucco di poche parole
pareva un atleta scolpito
da rodin
in un blocco di sale

il secondo
immobile al sole
frullava mantra per ore
un tubetto di crema la sera
a lenire il bruciore

il master
un duce
in cucina e al timone
capace di bersi il vento il mare
e un fiasco di vino insieme

io
con la scusa di esser leggero
finivo imbragato per aria
a combattere il timore del vuoto
e sbrogliare le drizze incriccate

Di notte
chitarra sotto la luna
lolli, joan baez, tutto fabrizio
il pugno alzato degli Intillimani

utopie, ideali, donne fatali
prese a prestito
dalle strofe dei cantautori

alla fine anche il crucco cantava
dalla e guccini
con voce quasi nostrana

il budda aveva mutato colore
più scuro del cuoio
da far invidia a un indiano

il duce sempre più sbronzo
e sempre più duce
come conviene a un uomo di mare

io asciugato dal vento
la schiena rotta dal winch
nelle mani una nuova canzone
lili marleen, suonata in punta di dita

chi avrebbe detto
che il tedesco è così musicale.

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Franco  Antonio  Canavesio  –  In barca  –  26  dicembre  2012