In metro (un regalo da Bucarest)

In metro

Non è di tutti i giorni, lo aspettavo ed è arrivato il regalo da Bucarest, in una busta con l’indirizzo scritto a mano e lo spazio restante tapezzato di francobolli.

L’ho ritirato dal portiere, mentre uscivo e l’ho aperto in metrò. Dal frontespizio mi arriva il saluto di Eliza. Non posso udirlo come detto dalla sua voce, perchè ancora non l’ho incontrata di persona (ci siamo conosciuti su FB), ma la immagino e mi commuove, come il bau del cane alle pagine successive, i francobolli colorati e la dedica su carta fina. Non ci sono più abituato a queste delicatezze, al regalo composto di una parte intima di sè.

Ho iniziato con una carezza al cane, da semplice lettore, o meglio da lettore amico, che ha letto e riletto ed è stato anche tentato di alzarsi in piedi in metropolitana e leggere ad alta voce, per tutti.

Meritava farlo, ma non ho osato. Mi è stato più consono scrivere due righe di ringraziamento, a modo mio.

In metro
la ragazza tatuata
sul sedile di fronte
ama le bestie in libertà

io sono preso al guinzaglio
dal verso del cane borghese
mi lecca la mano a ogni foglio
accucciato sulle ginocchia

vorrei alzarmi su quattro zampe
ad altezza di cane
e con voce schietta di cane
fare il verso
davanti alla telecamera di sorveglianza

dalla cabina
mi guarderebbero come uno che chiede l’elemosina

al controllo
si stupirebbero che non ho il chip sottopelle

temo dovrò pagare una tassa

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Franco Antonio Canavesio – In metro (a Eliza) – 23 luglio 2013