Questo giardino

Questo giardino - 1

Questo giardino – 1

E’ una fortuna e la storia si ripete ogni volta con qualche variante di luce e colore, a seconda della stagione. Stavolta il tripudio di tinte e profumi era forse al suo apice, come mai l’avevo percepito in quarant’anni, conservando nella memoria il suo crescere e variare in armonia, nel corso del tempo.

Perchè questo giardino si vive con i sensi al completo: le foglie e le corolle le tocchi per forza, passando gli stretti sentieri e lo senti il ronzare dei calabroni, posati come gemelli sul polsino bianco dell’iris.

E il tepore rossiccio dei mattoni quando siedi sul gradino e il verde, fratello di tutti i colori, ti corona il capo e copre gli sguardi oltre il castello, profilo sul colle di fronte.

Se la mano si immerge a turbare il fresco di una pozza, rinvieni e il piacere è così intenso che dei profumi percepisci solo l’astratto che lascia in quiete le risposte violente di impreparate mucose cittadine.
Su tutto sovrasta il colore in forma di sfere, lance, farfalle. Non so dire il nome dei fiori: non importa, conta l’insieme e il senso di gioia dell’occhio che non può stare fermo e rincorre le tinte fino a inciampare nell’intrico dei verdi e dei bruni sul fondo.

Questo giardino è anche un po’ mio, ne conservo il ricordo muschioso del primo giorno, ne ho visto il bello crescente, cangiare di ogni stagione. Privilegio goderne da spettatore, senza la costante, quotidiana fatica del fare.

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F. A. Canavesio – Questo giardino – 1 giugno 2013

Alloro

Alloro

Un piantino comprato al mercato
questo alloro messo a dimora per sfida
dalla portinaia monfrina
nell’aiola del condominio
il suo ortogiardino in città

un mormorare da parte delle madame dei piani bassi
tutte per le rose a mazzi e le peonie sfiancate
non lo volevano neppure i gatti
che passavano di notte a segnarlo di umori

poi sarà per la forma il rigoglio
e l’essere verde in ogni stagione
le malelingue sbocciate in nonne piene d’amore
han smesso di chiedere ogni anno il taglio feroce
ed è cresciuto potente
poche le risorse di acqua e terra a favore
lui stesso stupito di tanta caparbia forza interiore

Ora anche i merli saltellano al fresco
nel becco le bacche
i gatti vengono solo di notte
a cercare la coda dritta della micia a macchie
sentono il vento coi baffi
e girano la testa distratti
dal riflesso di luna
sui tetti

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Franco Antonio Canavesio – Alloro – 12 maggio 2013