La Sanità piemontese e il diritto alle cure palliative

Misuriamo ogni giorno gli effetti dei tagli alla Sanità Pubblica e corrispondentemente verifichiamo gli sperperi delle scarse risorse. Ecco un esempio di diritti negati in tema di cure palliative.

Riprendo di seguito la pagina comparsa sull’ultimo numero del periodico “La F.A.R.O. informa”, che riporta la lettera inviata dal dott. Giuseppe Cravetto, presidente della Fondazione F.A.R.O. Onlus, ai referenti competenti per la Regione Piemonte e agli organi di stampa.

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Pubblichiamo qui di seguito la lettera che il Consiglio di Amministrazione della FARO ha indirizzato al Presidente della Giunta Regionale, all’Assessore alla Sanita, ai Direttori delle ASL, ai quotidiani cittadini e a varie personalità per denunciare il mancato rilascio delle autorizzazioni al ricovero in hospice.

Lo facciamo perchè riteniamo importante che i cittadini, informati del loro diritti, possano opporsi a dinieghi immotivati e contrari alle norme che la stessa Regione si e data e possano sostenerci in questa battaglia.

Nell’aprile del corrente anno la Fondazione FARO ha aperto, all’interno del Presidio di San Vito, un secondo hospice con una capacita di 20 letti.
La realizzazione della struttura, frutto di un protocollo d’intesa tra FARO, Ospedale Molinette e Compagnia di San Paolo, era stata ovviamente sottoposta alla preventiva valutazione dell’ Assessorato alla Sanità che l’aveva approvata ritenendola in linea con la programmazione regionale.
Alla realizzazione dell’ opera, che doveva servire a eliminare una lista di attesa di 40-50 persone, hanno contribuito la Compagnia di San Paolo in misura determinante, la Fondazione Specchio dei tempi in misura rilevante e un gran nu­mero di piccoli sostenitori con un investimento complessivo di circa 3,5 milioni di euro senza alcun onere per la Sanità Pubblica.

II risultato di tanti sforzi comuni è che oggi molti dei letti disponibili nell’hospice sono vuoti perche, pur in presenza di un costante lista di attesa, le ASL non concedono Ie autorizzazioni al ricovero.

Giova ricordare che con delibera del 14.10.2002, la Regione Piemonte aveva determinato in 230 i posti letto hospice necessari alla nostra Regione e che, con l’apertura del secondo hospice FARO, il totale dei posti letto disponibili è di appena 120, senza considerare che il predetto fabbisogno era stato calcolato per i soli pazienti oncologici, mentre oggi gli hospice accolgono malati di varie patologie.

Stiamo quindi assistendo a una costante e diffusa violazione delle norme nazionali – Legge 15 marzo 2010 n. 38 – che sanciscono il diritto alle cure palliative nel luogo di cura più consono, del DPCM 23 aprile 2008 relativo ai Livelli Essenziali di Assistenza e dello stesso Piano Sanitario Regionale 2012-2015 in quanto:
• non viene quasi mai rispettato il previsto termine di tre giorni lavorativi per la concessione dell’autorizzazione con il risultato che molti pazienti muoiono prima di accedere agli hospice o decedono entro i primi due giorni, complice una legislazione che detta le regole ma non sanziona le inadempienze che rimangono comunque atti di rilevanza penale;
• il soddisfacimento dei requisiti previsti per l’ammissione in hospice è condizione indispensabile ma non sufficiente per ottenere il ricovero che avviene esclusivamente sulla base delle disponibilità finanziarie, evidentemente inadeguate, non ai 230 posti letto necessari ma ai 120 disponibili;
• agli ospedali, dai quali proviene gran parte dei degenti, è stato chiesto di non informare la Fondazione delle richieste di ricovero presentate per evitare
sollecitazioni che a volte non ottengono altro risultato che un diniego non motivato.

I motivi economici accampati a difesa di questi comportamenti mettono in luce una gestione della Sanità a comparti stagni che, per risparmiare una retta di 258 euro (stabilita nel 2001 e mai aggiornata), tiene occupati posti letto ospedalieri che hanno un costo triplo, che cresce in misura esponenziale negli ultimi giorni di vita, senza contare le implicazioni etiche e le violazioni dei diritti dei malati e delle loro famiglie.
La FARO si è assunta, come da accordi, l’onere della gestione della struttura, pur con una retta svalutata del 50% e con tempi di pagamento che oscillano dai 180 ai 360 giorni, ma è necessario che tutti i malati che hanno i requisiti previsti, e sono molti, possano accedere alla struttura nei tempi stabiliti e in riconoscimento di un loro diritto e non come vincitori di una sorta di lotteria.
Questo perchè, oltre ai sopra richiamati motivi etici che dovrebbero ispirare i comportamenti di tutti, esiste la necessità di programmare la gestione della struttura, il che comporta anche un giusto rapporto fra operatori e degenti che non può cambiare di giorno in giorno, senza portare allo sperpero delle preziose risorse che vengono dai nostri sostenitori.

Ci rivolgiamo quindi a chi ha il compito di tutelare la salute e il benessere dei cittadini affinchè vengano rispettate Ie regole che la Regione Piemonte si è data in materia di cure palliative.

Ringraziando dell’ attenzione porgiamo i più cordiali saluti.

Giuseppe Cravetto “