Inganno barocco

Bartolomé Esteban Murillo - Assunzione di Maria Vergine

Bartolomé Esteban Murillo – Assunzione di Maria Vergine

Per quattro ossa e un saio di santa
è scaduto l’affitto di una teca tarocca
ora con vista sui tubi innocenti del nuovo cantiere
sopra l’altare due colpi di biacca
schiamazzo di luce
putti affannati in sbattere d’ali di pollo
vola l’inganno barocco
suona conchiglie, torce, colonne
di fretta
su lune di latta innalza madonne
griffate capucci

strappo d’azzurro il velo s’impiglia
colpa di un chiodo sparato per sbaglio
alla chiave di volta del cielo.

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Franco. A. Canavesio – Cantiere barocco – 11 gennaio 2014
Bartolomé Esteban Murillo – Assunzione di Maria Vergine

Non hanno capito nulla

Giuseppe e Domenico Valeriani - Affreschi della volta del Salone centrale della Palazzina di Caccia di Stupinigi

Giuseppe e Domenico Valeriani – Affreschi della volta del Salone centrale della Palazzina di Caccia di Stupinigi

Stamattina sono stato ancora una volta in visita alla Palazzina di Caccia di Stupinigi. Forse anche grazie alla complicità del tempo grigio e piovoso mi è balzato evidente che i fratelli Valeriani erano un secolo indietro e di Juvarra non capirono nulla. Non bastò loro la scuola veneziana del Ricci: rromani nacquero e rromani morirono.

Non colsero quell’anelito che mirava a legare il dentro e il fuori, il nord e il sud con lo zenit, l’idea di leggiadra leggerezza che aveva addirittura spinto l’architetto sabaudo a pensare ad un salone aperto, senza volta, per far entrare il cielo!

E immagino lo sconcerto del messinese quando vide completati gli affreschi della volta. Figure cariche e sovrabbondanti, mancanza di equilibrio tra pieni e vuoti, toni pesanti; un senso di greve che si alleggerisce appena un po’ negli affacci alle finestre di est ed ovest.

Sono drastico, fossi stato Carlo Emanuele III non avrei sganciato uno scudo ma, vestitili da cervi, avrei mollato i cani e  fatto un fischio al giovane Tiepolo.

Giuseppe e Domenico Valeriani - Palazzina di Caccia di Stupinigi (III)

Giuseppe e Domenico Valeriani – Palazzina di Caccia di Stupinigi – Salone centrale, particolare della volta

Giuseppe e Domenico Valeriani - Palazzina di Caccia di Stupinigi (V)

Giuseppe e Domenico Valeriani – Palazzina di Caccia di Stupinigi – Vista del salone centrale dalla balconata

Giuseppe e Domenico Valeriani - Palazzina di Caccia di Stupinigi (II)

Giuseppe e Domenico Valeriani – Palazzina di Caccia di Stupinigi – Salone centrale, particolare della volta)

Giuseppe e Domenico Valeriani - Palazzina di Caccia di Stupinigi (IV)

Giuseppe e Domenico Valeriani – Palazzina di Caccia di Stupinigi – Salone centrale, particolare della volta

Angeli

Angelo orante

Mi inquietano gli angeli
nelle chiese tardo ottocento
stanchi di preghiere e piume barocche
di lato alla pala d’altare

non basta il colore confetto
manca un battito fresco di ali
e la luce da fuori
non è quella del fiato iniziale

mi ritorna greve l’atmosfera
del catechismo autunnale
in chiesa quando ero bambino
la panca i santini
il timore del peccato
ombrava di scuro ogni cosa

anche le piume dell’ angelo
inviato a fare da custode

troppe mani di bianco su ali
ancora da aprire al volo

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La notte
con le sue alchimie cerebrali
acquieta umori malsani
raddrizza visioni
e la luce è diversa
anche se il sole è lo stesso di ieri
come il luogo e l’ora del primo mattino

e la grata protegge
non vieta il salire
disciolta nell’aria tra i vetri socchiusi
l’ala più chiara e leggera
di una ritrovata preghiera


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Franco A. Canavesio – Angeli – 8-9 gennaio 2013
foto – Angeli oranti, Cappella dell’Ospedale di S. Vito – F. A. Canavesio