Sarà perchè erano verdi nella tua storia
ed è il tuo compleanno
ma oggi han ceduto anche i gelsi
al tepore di aprile
con la tenerezza delle gemme
che s’è sciolta in foglie
E sotto la lea ho udito ancora una volta
quella storia e il canto
di quando mi raccontavi di te
bambina
e dei gelsi
Le corse prima del temporale
a riempire il cesto di cuori carnosi
e il mordicchiare dei bachi
verde
incessante basso continuo
all’ombra dei travi
D’estate il canestro colmo di drupe
coni di latte e il succo spremuto
rigava le mani e le braccia
invito alle vespe
ghiotte del dolce umidore
Nel caldo d’agosto l’ombra dei giochi
con le amiche di scuola a far le signore
prego s’accomodi vuole favorire
una foglia il piattino
tre more
un raspetto d’uva crispina
provi insieme un assaggio
giusto due fili
di erba bruschina
Poi d’improvviso
il nero di un tuono
cos’è quella goccia che le brilla sul dito
una perla di mare
o l’avviso di gelo del temporale
la furia in arrivo
e il lampo che occhieggia
lontano
un altro
d’argento
e questo azzurro
vicino
poi giallo esplode il baleno
squassa le chiome
proprio qui sopra
che paura
scappiamo di corsa al coperto
ma signora stia attenta…
le scarpine di seta comprate a Venezia…
e il vestito di organza color grigiocielo
così vaporoso
si sciuperà …
si sciuperà …
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Franco Antonio Canavesio – Gelsi (a mia madre) – 12 aprile 1918 – 2013
Ancora complimenti. Ma perchè si dice in giro che gli ingegneri non hanno fantasia, intendendo vigliaccamente che non hanno sentimenti o non sanno esprimerli? Tu, nonostante tren’anni di Rapporti Tecnici, hai conservato intatta la tua freschezza stilistica e ti esprimi a meraviglia!
A volte penso anch’io timidamente di farmi un blog, prima non sapevo perchè, ora lo farei per presentare il mio libro che sta per uscire (di narrativa, non un rapporto tecnico) e condirlo con scene d’isola d’Elba che amo, e barche vissute o sognate o sorprese qua e là nei miei viaggi…
Sono molto dibattuto sul mettermi in bacheca e chissà se avrò il coraggio e la costanza di sostenere questo dialogo con me stesso.
Livio
Grazie Livio! Attendo il link al tuo blog e notizie del libro che non mancherò di leggere, racconti di mare e di vento, immagino!
Franco
Ti stupirai ma è un racconto di terra! Immerso nella natura selvaggia dell’Elba, boschi in cui trovi la fauna selvatica, le tracce di abitati di un passato lontano… questo mi ha ispirato il racconto. La barca vive come metafora di un sogno mai del tutto appagato.
Le emozioni del mare non riesco ancora ad esprimerle, sarà perchè sono coinvolto in regate su barca d’epoca: ogni volta sofferenza e senso di impotenza!
Se vuoi sarai il mio primo lettore. Grazie e ciao, Livio
Mi stupisce, sì e mi incuriosce, ancora di più! Ma, del resto, terra e mare nelle isole vanno a braccetto. Aspetto di conoscere il titolo e l’editore e non me lo perdo, di sicuro! Ciao Livio, grazie a te.
Franco
E’ stupenda, mi sono emozionata !!!
Grazie Giusi, anche lei mi emozionava ad ogni racconto.