A mio padre.
Di lui due ricordi, uno recente, l’altro dell’infanzia.
Egualmente vividi.
Che fine ha fatto la scatola di legno
i tubetti spremuti a metà
e il vaso finto Gallé
con i pennelli di martora, a bagno
beauty farm all’ essenza di pino.
Rivedo lo studio , i butin delle chine
penne e pennini , dalle tue mani
fantasia a puntini
sul tavolo le sabbie e i cartoni
spettacolo le polveri di ogni colore
trovate al mercato di Assuan.
Mi manca tuo sapere artigiano
e il tornare la sera
colorato come un indiano
fin dentro le orecchie.
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- Il tavolo del pittore – Marco Madaschi
- Il tavolo del pittore
- Il mercato delle spezie ad Aswan – Fabrizio Giordano
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Da bambino
nel tempo dei rami spogli
chiedevo a mio padre il perchè
del denudarsi all’arrivo del freddo
io avevo indosso il cappotto
alla micia il pelo cresceva più folto
e l’albero, no.
Non era imbarazzo il silenzio
il tempo giusto a dare risposte
capaci di rigirarmi con le gambe all’insù
Il verde ti sembra un vestito
ma anche d’estate l’albero è nudo
le foglie sono la pelle e il polmone, sottile
D’inverno restano le ossa, si rannicchia
appena respira, con la corteccia
come tu, appallottolato nel letto
se ti scopri di notte
e aspetti che mamma venga a scaldarti
tra le sue braccia.
Anche per questo amavo andare
per mano a mio padre.

Mio padre ed io
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Franco Antonio Canavesio – Mi manca – 21 dicembre 2012
Franco Antonio Canavesio – Per mano – 21 dicembre 2012