Trasloca il dolore
e lascia sempre qualcosa
pacchi annodati alla meglio
posati su sedie azzoppate
una scusa per ritornare
vano serrare paletti
sa di fori e filure
dove passa giusto il pensiero.
Da bravo cane si accuccia
nell’incavo sotto i ginocchi
tiepido amico
appena ti muovi ti lecca
come se fossi il padrone
ma il bastardo ha coda di drago
improvviso sferza i fianchi
cagna a sangue i polpacci.
Poi si acquieta la bestia
torna pensiero
rovello sottile
sfuma sotto la porta
resta nell’aria il guaire
il suo, il mio
non riesco a distinguere quale.
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Franco Antonio Canavesio – Fessure – Settembre 2012