Sulla riva dove l’onda si ostina
a lavare conchiglie di un bianco
brillante (effetto miglior candeggina)
partivo col mucchio di sabbia
e insieme i “belin” del bagnino
stufo di buche da riempire ogni sera.
Non manca la voglia al mattino
sassi e patelle raccolti in battigia
stagnola e stecchi leccati di stick.
Paletta, secchiello e formine
una carriola, rosso ferrari,
comprata da mamma al bazar.
Neanche il bagno o il gelato fermava
l’impresa per lo più solitaria
battaglia già persa in partenza
con sole e onde alleati
in attacchi continui dal cielo
e improvvisi colpi dal mare.
Papà con un occhio al giornale
e l’altro sorpreso agli sforzi
e alla tecnica del mio costruire
fossati di acqua salata, muri
lisciati, torrioni, vessilli
finte finestre e portoni.
La foto alla fine, seduto
di fianco, un attimo prima
della furia di mani e di piedi
la gioia del fare e disfare.
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Franco Antonio Canavesio – Castelli di sabbia – luglio 2012