Non ho spalle larghe, mio padre è morto e neppure ho moglie e figli.
La luce di Delo, poi, non m’ha indicato la via per altri lidi.
Ma è certo, non ho dubbi, qui c’è puzza di bruciato.
Tra vapori e acro sentor di pire
andiam per luoghi solitari e bui
incerto il piede e l’avvenire.
Su spalle fiere il lion rassetto
e il padre e i sacri penati
il cuor suo odo e l’ansar del petto.
Iulo la mano sua nella mia serra
a fugar fantasmi, terrore e pianto
disfatta Creusa segue lassa l’orme.
M’è forza il peso fiero del passato
come vento spinge al trepido domani
oltre i flutti del pelago infuriato.
Degli dei il favore e il dritto fiato
gonfie le vele agl’itali lidi
a posar le chiglie sull’arenil disiato.
Là, seguirem di Delo il volere arcano
a generare novelle stirpi e genti
da governar con armi e scudo di Vulcano.
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Franco Antonio Canavesio – Fuga da Troia – (libero adattamento da Virgilio – Eneide – Libro II)