Fuga da … Troia?

Non ho spalle larghe, mio padre è morto e neppure ho moglie e figli.
La luce di Delo, poi, non m’ha indicato la via per altri lidi.
Ma è certo, non ho dubbi, qui c’è puzza di bruciato.

Tra vapori e acro sentor di pire
andiam per luoghi solitari e bui
incerto il piede e l’avvenire.

Su spalle fiere il lion rassetto
e il padre e i sacri penati
il cuor suo odo e l’ansar del petto.

Iulo la mano sua nella mia serra
a fugar fantasmi, terrore e pianto
disfatta Creusa segue lassa l’orme.

M’è forza il peso fiero del passato
come vento spinge al trepido domani
oltre i flutti del pelago infuriato.

Degli dei il favore e il dritto fiato
gonfie le vele agl’itali lidi
a posar le chiglie sull’arenil disiato.

Là, seguirem di Delo il volere arcano
a generare novelle stirpi e genti
da governar con armi e scudo di Vulcano.
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Franco Antonio Canavesio – Fuga da Troia – (libero adattamento da Virgilio – Eneide – Libro II)

Bucato

Mentre il cestello rigira
mutande lenzuola e calzini
pensano al fresco sui fili.

Mi andrebbe un tempo di valzer
magari in balera (fa caldo)
di quelli veloci da stare storditi
con le gambe e le braccia aperte
e la testa piegata all’indietro.

Una forza da dentro a fuori
strizza il nero dai pori
meglio di vanish + dashhhhh.

Silenzio, che vado a dormire.

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Franco Antonio Canavesio – Bucato – giugno 2012