C’è un sogno che viene ogni tanto
a tirare ai lampioni di notte
che già sono pochi, nascosti dai rami
e mi tocca di andare a tentoni.
Non è questione di luna
o di troppo aglio a cena
son buchi di vita profondi
riempiti da squadre incapaci
di manti rifatti a dovere.
Bastan due secchi di pioggia
le sgommate invadenti di un suv
a schizzare fuori la ghiaia
che proprio non riesce a legare
con ferite vecchie di anni.
Il sogno è un fascista, tira
i suoi colpi e scappa. Al mattino
i lampioni son spenti, comunque.
Non sai se per colpa dei sassi
o di cellule allergiche al sole.
Mi tocca aspettare la sera e
vedere se il viale si accende.
Va giù con palate di sabbia
un manovale sbucato dal niente.
Prima, ho sentito uno sbattere d’ali.
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Franco Antonio Canavesio – Sogno – giugno 2012