In quei pomeriggi d’estate
imbevuti di luce e di mare
noi posati sul bianco di
un letto neppure rifatto.
Vicini, ma non a sfiorare
incerti tra anima e carne
incapaci di dare e rubare
il fremito caldo dell’altro.
Rossi di sole e di fuoco
gli occhi da non incrociare
il timore di mostrare a nudo
i segni nascosti del vero.
Distante una papera bianca
dal collo nastrato di seta
ripeteva a gabbiani straniti
incessanti richiami d’amore.
Franco Antonio Canavesio – Distanze – maggio 2012