Due raggi di sole su una pagina di Pessoa

Oggi mi sono sentito improvvisamente felice.
La pelle delle mia braccia era felice, di sentire la vicinanza della persona seduta accanto in metropolitana. Le mie gambe erano felici, di salire i gradini e andare a passo veloce verso la vita dei portici. I miei occhi erano felici, di vedere i piccoli frutti gialli del Ficus Virens bonsai, nella mezza luce di una vetrina.
Due raggi di sole e una pagina di Pessoa, un mezzo miracolo.

….

Sono un custode di greggi,
Il gregge è i miei pensieri
E i miei pensieri sono tutte sensazioni.
Penso con gli occhi e con le orecchie
E con le mani e i piedi
E con il naso e la bocca.

Pensare a un fiore è vederlo e odorarlo
E mangiare un frutto è conoscerne il significato.

Per questo quando un giorno di calore
Mi sento triste di goderlo tanto,
E mi distendo lungo nell’erba,
E chiudo gli occhi accaldati,
Sento tutto il mio corpo disteso nella realtà,
So la verità e sono felice.

Fernando Pessoa – Il custode di greggi – IX – Le poesie di Alberto Caeiro (2002) Passigli Editore

Distanze

In quei pomeriggi d’estate
imbevuti di luce e di mare
noi posati sul bianco di
un letto neppure rifatto.

Vicini, ma non a sfiorare
incerti tra anima e carne
incapaci di dare e rubare
il fremito caldo dell’altro.

Rossi di sole e di fuoco
gli occhi da non incrociare
il timore di mostrare a nudo
i segni nascosti del vero.

Distante una papera bianca
dal collo nastrato di seta
ripeteva a gabbiani straniti
incessanti richiami d’amore.

Franco Antonio Canavesio – Distanze – maggio 2012

Uomini e Dei

San Domino – Isole Tremiti

Su queste scogliere
alte sui flutti
negli anfratti
umidi di sale
da sempre gli dei
celano i figli
rapiti agli umani.

Dei loro vagiti
le diomedee sono
custodi e nutrici.
Il loro lamento
confonde il pianto
sempre uguale
delle madri.

Sarà il primo volo
a ritornarli all’uomo
forti di solitudine
di vento e di mare.

Franco Antonio Canavesio – Uomini e Dei – maggio 2012

Il mio fiume

Quanta forza è nel fiume
lieve sulla pelle dei sassi
lisciati da nenie di sabbia.

Capogiro veloce di gorghi
come dervisci rotanti
bottiglie di plastica e rami.

Vorrei un isonzo a portata di
mano, pietre bianche pulite
per sedere a prendere il sole.

Non oso posare le membra,
a cercare carezze nell’acqua
sciroppo di petrolio e sambuco.

Mi basta un setaccio ostinato
a cercare pepite o pagliuzze
tra cicche e foglie marcite.

Franco Antonio Canavesio – Il mio fiume – maggio 2012